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Esteri

Proteste nelle università americane: “E’ dissenso vero per Gaza non antisemita”

Published by
Daniele Magliocchetti

A parlare è il professore ed dirigente della Columbia Francesco Mancini: “Non si capisce che facendo così, si alimenta sempre di più la manifestazione da parte dei giovani”

Protesta che stanno facendo il giro del mondo e che convincono tanti, meno quello che sta facendo la polizia americana. In qualche caso troppo violenta con questi ragazzi, anche secondo diversi professori. Tra questi c’è un italiano che conosce molto bene quel tipo di situazione anche perché il professore Francesco Mancini, oggi vicepreside della Lee Kuan Yew School di Politiche pubbliche dell’Università nazionale di Singapore, ma in passato è stato alla Columbia ed esattamente alla School of International and Public Affairs della Columbia University, bacchetta quanto stanno facendo gli agenti e anche quello che dice l’opinione pubblica. “Nei College il diritto al dissenso è enfatizzato dall’istituzione e dal corpo docente, perché l’impegno per cause politiche e sociali è visto come parte sostanziale del processo di crescita dei ragazzi“.

La protesta feroce dei ragazzi nelle università americane (Ansa Notizie.com)

 

Il professor Mancini racconta di quando era proprio alla Columbia University e le autorità accademiche “includono nelle visite guidate per aspiranti matricole anche i luoghi del campus passati alla storia in occasione delle mobilitazioni più significative”. E su quanto sta accadendo in tante università e college americani, Mancini non è che abbia tanti dubbi su quello che sarà il risultato finale: “La polizia può certamente fermare e arrestare gruppi di 19enni mobilitati, ma l’unico effetto che otterrà è che la protesta riparta con maggior vigore ed entusiasmo, non ci sono tanti dubbi su questo“.

“Mi dispiace che tanti non capiscono che sono dissensi puri non guidati dall’odio”

Alcuni studenti che protestano a Chicago e cercano di assaltare il blocco imposto dalla polizia americana (Ansa Notizie.com)

 

Per il professore italiano, ma che lavora da tanti anni con studenti americani e non, prova a spiegare cosa vuol dire quel dissenso che stanno provando tanti giovani: “Mi dispiace che in parecchi non capiscano che è una protesta vera, contro quello che sta subendo la popolazione di Gaza perché tanti di questi ragazzi sono rimasti colpiti da quelle immagini, non è una protesta montata con odio, ma con la sincerità e il dispiacere per quello che vedono e vivono. E se non si capisce questo, allora si fa più male che bene. E non c’è nulla di antisemita“.

Parole che hanno un significato anche perché pronunciate da una persona che conoscere bene quel tipo di ambiente e soprattutto di ragazzi: “Quasi tutte le università hanno ignorato i manifestanti. Poi il tema si è politicizzato, e tra presenza di attivisti esterni e timore di derive antisemite, le autorità accademiche sono state chiamate al Congresso. Venendo in pratica sollecitate ad agire“.