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Cronaca

Investì uomo per sfuggire da stupro: c’è la decisione in Appello

Published by
Cristiano

Investì un uomo per sfuggire da un tentativo di stupro: nelle ultime ore è arrivata la decisione in Appello in merito alla posizione della donna

Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

Era il 1 gennaio del 2019 quando una 27enne (all’epoca dei fatti ne aveva 24) di Ovada (provincia di Alessandria) investì un uomo per sfuggire ad un tentativo di stupro da parte sua. Per lui non c’è stato assolutamente niente da fare visto che l’impatto è stato a dir poco terribile. Si chiamava Massimo Garitta e di anni ne aveva 53. A segnalare il ritrovamento del cadavere dell’uomo fu un passeggero di un treno. Quest’ultimo aveva dichiarato di aver visto un corpo vicino alla ferrovia. La donna, di origine albanesi, raccontò la sua versione dei fatti. Spiegò che l’uomo in questione tentò di violentarla, causandole lesioni alle gambe.

Nel momento in cui stava cercando di scappare, la conducente investì il 53enne con l’auto. Lo stesso venne ritrovato in un campo con i pantaloni della tuta e le mutande abbassati. Non solo: sulla giacca era impresso il numero di matricola della marmitta di un’auto. Proprio come se avesse lasciato una firma. Un gioco da ragazzi per i carabinieri che individuarono subito chi lo investì. In un primo momento la giovane venne assolta in primo grado per legittima difesa. Nelle ultime ore, però, c’è stato un cambio di versione da parte dei giudici: condannando la conducente dell’autoritaria.

Ovada, investì uomo da tentativo di stupro: condannata a sei anni in Appello

Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com

La 27enne è stata condannata a sei anni in Appello per l’omicidio di Garitta. Sentita dagli inquirenti ha rivelato che il pomeriggio del 31 dicembre aveva incontrato l’uomo in città. Insieme avevano raggiunto una zona periferica. Fino a quando non è scattata l’aggressione sessuale nei confronti della donna. Poi la stessa fuggì via con la sua auto investendo l’uomo. Per i giudici della Corte d’Appello, dopo aver riesaminato il caso, non ci sono stati dubbi ed hanno cambiato completamente idea.

L’avvocato della donna, Marco Conti, fa sapere di essere in attesa delle motivazioni da parte della sentenza. Una pena che non condividono seppur sia molto bassa. Affermando, inoltre, che la vettura stava andando a 10 km/h, non una velocità tale da provocare la morte del 53enne. Nel frattempo fa sapere che è pronto a presentare ricorso alla Cassazione per una decisione che non soddisfa affatto la sua cliente.